L
2007-09-02 09:08:31 UTC
Sebbene i giornali e le riviste siano zeppi di immagini di nudo, sia a
livello di stimolazione di vendita pubblicitaria, sia per altro, il tema
a mio avviso è sottovalutato sotto il profilo scientifico.
Facciamo un esempio:
Se a scuola esaminassimo una rassegna completa di piante, la possibilità
di esaminare una rassegna sempre più ampia avrebbe un valore culturale,
di approfondimento.
Ma il "fenomeno esame del nudo umano" può assumere numerosi aspetti che
spesso sono trascurati.
Gli intellettuali se ne astraggono (in genere).
In un intervista, di pochi mesi fa, Augias dichiarava:
(vado a memoria)
"Una volta che siano elencate quelle poche *situazioni di base* il resto
è -francamente- noioso!"
Si è messa -allora- una coperta di indifferenza su un "fenomeno" da
ricacciare -quando c'è- in un ambito privato (anzi che proprio da un
effetto di emarginazione riacquisterebbe la sua forza di una necessità
che attinga alla sfera bestiale e da non gestire con la ragione, ma con
l'impeto irrazionale della "passione", inconsulta).
Ma proviamo a vedere la cosa su un altro profilo:
Come genitori vi è la questione di parlare ai figli (o dei bambini, se
non sono figli nostri) della sessualità del corpo che mostri le sue
nudità.
Si teme, in genere, che un eccesso di enciclopedia dell'esame di corpi,
possa divenire un fenomeno di devianza mentale, una forma di sudditanza
psicologica analoga a quello nell'uso di droghe (specie se i figli sono
molto più svelti dei genitori nel procurarsi il nudo su internet o
fotografarsi gli organi genitali e poi scambiarsi le immagini con i
cellulari).
E' automatico, ciò?
E' un fenomeno solo da gestire con la repressione(?) altrimenti -di suo-
non avrebbe un limite che gli ponga argine, fino a perdersi in un fare
travolto dalla parte bestiale dei sensi?
Io penso che ridare dignità alla molteplicità dei corpi che non si
presentano _mai_ uguali, anche se fossimo di fronte a dei gemelli,
(sapendo guardare bene i particolari), ci abitui a saper notare come
l'espressione non è mai massificata da un iconografia noiosa, ma vi è
-quando c'è- spesso un desiderio di schematizzazione e di uniformità che
è "nell'occhio che guarda", e non in ciò che è guardato.
I corpi nudi, secondo quest'ottica, potrebbero allora essere, privati
della nevrosi del contesto, un fattore di verità identicamente a
osservare un volto, che non tutte le culture -peraltro- mostrano,
proprio perché saper guardare è conoscenza, quindi anche potere, e dare
potere ad altri (che non conosciamo) può essere cosa temibile.
Di più: non vi è -a mio avviso- una parte nuda del corpo umano che ci
dia più informazioni di un volto nudo.
Ma -come di fronte a uno schermo tv, o un manifesto di pubblicità- ci
siamo disabituati a guardare!
Il max sforzo -usualmente- è a respingere una introduzione pervasiva (a
volte anche detta subliminale) nei nostri meccanismi di percezione e a
primeggiare nell'arte del trascurare, scartare, respingere, non
considerare, non voler osservare per non essere "assorbiti" da dinamiche
che riteniamo invadenti, volte al fine del controllo dei singoli e/o
della masse.
Ed invece, secondo me, bisognerebbe riacquistare capacità di saper
osservare i particolari (oltre che l'esame complessivo).
La sbrigatività di dire "guarda c'è una donna nuda (o un uomo nudo)" non
ci dice *perché* vi è _quel_ nudo.
Tale capacità di esame è eminentemente una capacità scientifica, se non
è fatta (quando ciò sia possibile) in modo emotivo.
Naturalmente l'emozione è *un di più* che attinge a conoscenze che non
sono solo al livello cosciente, ma anche ai livelli profondi che non
usano ragionamento come modo esclusivo, ma che il ragionamento non
dovrebbero ritenere dannoso e invalidante dell'emozione, (emozione e
ragionamento) che sono (entrambi) dentro un "rituale di dinamica
sessuale".
In definitiva la mia domanda è questa:
"Sconsigliereste l'esame del nudo?"
Ovvero:
"preferite google o altavista"?
http://www.google.it/
http://it.altavista.com/
: - )
Ciao,
Lino
livello di stimolazione di vendita pubblicitaria, sia per altro, il tema
a mio avviso è sottovalutato sotto il profilo scientifico.
Facciamo un esempio:
Se a scuola esaminassimo una rassegna completa di piante, la possibilità
di esaminare una rassegna sempre più ampia avrebbe un valore culturale,
di approfondimento.
Ma il "fenomeno esame del nudo umano" può assumere numerosi aspetti che
spesso sono trascurati.
Gli intellettuali se ne astraggono (in genere).
In un intervista, di pochi mesi fa, Augias dichiarava:
(vado a memoria)
"Una volta che siano elencate quelle poche *situazioni di base* il resto
è -francamente- noioso!"
Si è messa -allora- una coperta di indifferenza su un "fenomeno" da
ricacciare -quando c'è- in un ambito privato (anzi che proprio da un
effetto di emarginazione riacquisterebbe la sua forza di una necessità
che attinga alla sfera bestiale e da non gestire con la ragione, ma con
l'impeto irrazionale della "passione", inconsulta).
Ma proviamo a vedere la cosa su un altro profilo:
Come genitori vi è la questione di parlare ai figli (o dei bambini, se
non sono figli nostri) della sessualità del corpo che mostri le sue
nudità.
Si teme, in genere, che un eccesso di enciclopedia dell'esame di corpi,
possa divenire un fenomeno di devianza mentale, una forma di sudditanza
psicologica analoga a quello nell'uso di droghe (specie se i figli sono
molto più svelti dei genitori nel procurarsi il nudo su internet o
fotografarsi gli organi genitali e poi scambiarsi le immagini con i
cellulari).
E' automatico, ciò?
E' un fenomeno solo da gestire con la repressione(?) altrimenti -di suo-
non avrebbe un limite che gli ponga argine, fino a perdersi in un fare
travolto dalla parte bestiale dei sensi?
Io penso che ridare dignità alla molteplicità dei corpi che non si
presentano _mai_ uguali, anche se fossimo di fronte a dei gemelli,
(sapendo guardare bene i particolari), ci abitui a saper notare come
l'espressione non è mai massificata da un iconografia noiosa, ma vi è
-quando c'è- spesso un desiderio di schematizzazione e di uniformità che
è "nell'occhio che guarda", e non in ciò che è guardato.
I corpi nudi, secondo quest'ottica, potrebbero allora essere, privati
della nevrosi del contesto, un fattore di verità identicamente a
osservare un volto, che non tutte le culture -peraltro- mostrano,
proprio perché saper guardare è conoscenza, quindi anche potere, e dare
potere ad altri (che non conosciamo) può essere cosa temibile.
Di più: non vi è -a mio avviso- una parte nuda del corpo umano che ci
dia più informazioni di un volto nudo.
Ma -come di fronte a uno schermo tv, o un manifesto di pubblicità- ci
siamo disabituati a guardare!
Il max sforzo -usualmente- è a respingere una introduzione pervasiva (a
volte anche detta subliminale) nei nostri meccanismi di percezione e a
primeggiare nell'arte del trascurare, scartare, respingere, non
considerare, non voler osservare per non essere "assorbiti" da dinamiche
che riteniamo invadenti, volte al fine del controllo dei singoli e/o
della masse.
Ed invece, secondo me, bisognerebbe riacquistare capacità di saper
osservare i particolari (oltre che l'esame complessivo).
La sbrigatività di dire "guarda c'è una donna nuda (o un uomo nudo)" non
ci dice *perché* vi è _quel_ nudo.
Tale capacità di esame è eminentemente una capacità scientifica, se non
è fatta (quando ciò sia possibile) in modo emotivo.
Naturalmente l'emozione è *un di più* che attinge a conoscenze che non
sono solo al livello cosciente, ma anche ai livelli profondi che non
usano ragionamento come modo esclusivo, ma che il ragionamento non
dovrebbero ritenere dannoso e invalidante dell'emozione, (emozione e
ragionamento) che sono (entrambi) dentro un "rituale di dinamica
sessuale".
In definitiva la mia domanda è questa:
"Sconsigliereste l'esame del nudo?"
Ovvero:
"preferite google o altavista"?
http://www.google.it/
http://it.altavista.com/
: - )
Ciao,
Lino