L
2006-08-25 07:22:23 UTC
da it.cultura.religioni.cristiani
(Ne leggo una o due pagine la sera prima di andare a dormire).
Un commento rapido:
E' come Medjugorje -> è un dono avere la sensibilità di sapere entrare
non nello scritto, ma nelle scene lì descritte.
E' come un salto spazio/temporale, si ha il dono di poter vivere e
interrogarsi non sul lapidario frasario dei vangeli, ma sulla
quotidianità a cui avrebbe assistito un viandante che avesse avuto
l'*incidente* di poter vivere al tempo di Cristo e interrogarsi sulle
frasi assurde (all'uomo) del dire per esempio "chi non mangerà il mio
corpo e berrà il mio sangue non potrà avere parte con me".
Si possono sentire gli odori, la pressione del vento sui corpi, la noia
dell'andare spingendosi solo -quasi sempre- sui propri piedi (che infine
Cristo bacerà nell'untima cena perché non si arresero a volere vedere
dove li avrebbe condotti), respiarare lo stesso respiro, il cibo, la
quotidianità del Cristo.
nota1:
Nella Valtorta c'è una "filtrazione" ossia c'è il passaggio attraverso
gli occhi/la percezione/la intelligenza interpretativa di una
spettatrice che -finché riporta ciò che ha visto- difficilmente
fraintende.
nota2:
Gli aspetti di interpretazione teologici: anche se dicesse "il Signore
dice che" -> io ne sono immune.
Come?
Devo citare un aneddoto:
Conobbi i carismatici del Rinnovamento dello Spirito.
Secondo costoro, se mentre si è in preghiera un pensiero traversa la
nostra mente e "(il pensiero) ci dice che ..." -> allora si può dire "Il
Signore dice che ..."
Una sorta di recupero del desiderio di "profezia".
Una sorta di autorassicurazione di essere _certissimamente nel giusto_.
Una sorta di possessione di aver trovato il modo di come funzionalizzare
_definitivamente_ totemicamente e in modo immutabile Dio, visto che
direttamente Lui, e non -apparentemente- noi ... si starebbe esprimendo.
Ora fatto (salvo il diritto di Dio di parlare per bocca dei profeti)
-anche se ciò accadesse in uno specifico- _ciascuno di noi_ potrebbe mai
esserne certo?
Io affermo di no!
E' nel nostro diritto accogliere una tesi -mancando _sempre_ il diritto
nell'uomo all'onniscienza- solo per elezione a natura della poiesi di
fissarla a popria elezione, a propria natura, facendone
materia/mente/spirito di ciò che (motu proprio) -incausati- se non dal
nostro volere -> potremo.
In mancanza di ciò, Dio, non potrebbe giudicarci visto che potremmo
accampare che seguimmo una tesi per l'autorità del testo o
dell'interlocutore o del contesto di miracolo o grandiosità con cui ci
veniva proposta lasciandoci non più liberi dello scegliere la nostra
natura.
Ma noi -invece- siamo liberi.
Anche se avessimo visto di persona i fatti riportati dalla Valtorta.
Avremmo detto:
"E' stato un tuono", ... "no, una voce ha parlato, ...ma non ho capito
cosa abbia detto", " no, ha detto <<è il mio figlio prediletto
ascoltateLo>>" etc
Quale sarebbe stata la versione vera?
Ciascuna versione sarebbe stata vera!
Perché sarebbe passata attraverso il filtro della nostra sensibilità
mistica e l'eco con cui Dio si sarebbe espresso nella
materia/menter/spirito (perché sempre lo fa, perché Dio è sempre!)
sarebbe stato ineluttabilmente diverso in ciascuno di noi per la nostra
storia e per l'elezione del senso del significato che cerchiamo di dare
a questa esperienza irripetibile che è il nostro vivere _ora_.
Cercando di capire cosa sia la vita allora avremo una scintilla di
comprensione di cosa sia il Vivente.
E non lo cercheremo negli scritti che la Valtorta ci dona, perché non
potrebbe darci Dio, come in nessuna opera che passi solo nella materia,
anche se è un dono, molto dipendente da noi per il risultato visto che
sempre lo stesso seme cadde sulla pietra, tra le spine, sulla terra
fertile.
nota3:
Difficilmente chi non sia stato a Medjugorje può relazionarsi con gli
scritti della Valtorta. A me successe di leggere le prime pagine nel
2000, poco prima di partire per accompagnare una persona che aveva
bisogno di assistenza, altrimenti non sono tipo da santuari e -mia
sponte- non sarei mai andato.
Sull'autobus la ragazza che era l'*animatrice* ci desse:
"Voi credete che siete qui solo per vostra volontà, ma in realtà vi è
stato fatto un dono."
Ciao
L
Ogni tanto mi piace rileggere qualcosa di quei dieci volumi.
Un'opera strana, scritta in un linguaggio ampolloso, desueto, sbagliato.
Eppure non cessa di affascinarmi: mi pare credibile, così credibile che
immancabilmente, dopo qualche riga, cesso di pormi il problema della sua
autenticità e mi trovo come catapultato in quei fatti narrati che lasciano,
come scia nel mio spirito, un volto di Gesù benigno vivo e vicino.
Tuttavia quel discorso sul peccato originale, quei grandi discorsi di Gesù
alla veggente, così diversi dai discorsi di Gesù ai giudei narrati nello
stesso scritto, non mi convincono, cancellano quella stessa immagine che il
testo, in altre parti, è stato capace di affiorare...
Chi ha esperienza di quello scritto?
Io li ho letti tutti e X, i volumi, mi sembra 4 volte, vado per la 5.Un'opera strana, scritta in un linguaggio ampolloso, desueto, sbagliato.
Eppure non cessa di affascinarmi: mi pare credibile, così credibile che
immancabilmente, dopo qualche riga, cesso di pormi il problema della sua
autenticità e mi trovo come catapultato in quei fatti narrati che lasciano,
come scia nel mio spirito, un volto di Gesù benigno vivo e vicino.
Tuttavia quel discorso sul peccato originale, quei grandi discorsi di Gesù
alla veggente, così diversi dai discorsi di Gesù ai giudei narrati nello
stesso scritto, non mi convincono, cancellano quella stessa immagine che il
testo, in altre parti, è stato capace di affiorare...
Chi ha esperienza di quello scritto?
(Ne leggo una o due pagine la sera prima di andare a dormire).
Un commento rapido:
E' come Medjugorje -> è un dono avere la sensibilità di sapere entrare
non nello scritto, ma nelle scene lì descritte.
E' come un salto spazio/temporale, si ha il dono di poter vivere e
interrogarsi non sul lapidario frasario dei vangeli, ma sulla
quotidianità a cui avrebbe assistito un viandante che avesse avuto
l'*incidente* di poter vivere al tempo di Cristo e interrogarsi sulle
frasi assurde (all'uomo) del dire per esempio "chi non mangerà il mio
corpo e berrà il mio sangue non potrà avere parte con me".
Si possono sentire gli odori, la pressione del vento sui corpi, la noia
dell'andare spingendosi solo -quasi sempre- sui propri piedi (che infine
Cristo bacerà nell'untima cena perché non si arresero a volere vedere
dove li avrebbe condotti), respiarare lo stesso respiro, il cibo, la
quotidianità del Cristo.
nota1:
Nella Valtorta c'è una "filtrazione" ossia c'è il passaggio attraverso
gli occhi/la percezione/la intelligenza interpretativa di una
spettatrice che -finché riporta ciò che ha visto- difficilmente
fraintende.
nota2:
Gli aspetti di interpretazione teologici: anche se dicesse "il Signore
dice che" -> io ne sono immune.
Come?
Devo citare un aneddoto:
Conobbi i carismatici del Rinnovamento dello Spirito.
Secondo costoro, se mentre si è in preghiera un pensiero traversa la
nostra mente e "(il pensiero) ci dice che ..." -> allora si può dire "Il
Signore dice che ..."
Una sorta di recupero del desiderio di "profezia".
Una sorta di autorassicurazione di essere _certissimamente nel giusto_.
Una sorta di possessione di aver trovato il modo di come funzionalizzare
_definitivamente_ totemicamente e in modo immutabile Dio, visto che
direttamente Lui, e non -apparentemente- noi ... si starebbe esprimendo.
Ora fatto (salvo il diritto di Dio di parlare per bocca dei profeti)
-anche se ciò accadesse in uno specifico- _ciascuno di noi_ potrebbe mai
esserne certo?
Io affermo di no!
E' nel nostro diritto accogliere una tesi -mancando _sempre_ il diritto
nell'uomo all'onniscienza- solo per elezione a natura della poiesi di
fissarla a popria elezione, a propria natura, facendone
materia/mente/spirito di ciò che (motu proprio) -incausati- se non dal
nostro volere -> potremo.
In mancanza di ciò, Dio, non potrebbe giudicarci visto che potremmo
accampare che seguimmo una tesi per l'autorità del testo o
dell'interlocutore o del contesto di miracolo o grandiosità con cui ci
veniva proposta lasciandoci non più liberi dello scegliere la nostra
natura.
Ma noi -invece- siamo liberi.
Anche se avessimo visto di persona i fatti riportati dalla Valtorta.
Avremmo detto:
"E' stato un tuono", ... "no, una voce ha parlato, ...ma non ho capito
cosa abbia detto", " no, ha detto <<è il mio figlio prediletto
ascoltateLo>>" etc
Quale sarebbe stata la versione vera?
Ciascuna versione sarebbe stata vera!
Perché sarebbe passata attraverso il filtro della nostra sensibilità
mistica e l'eco con cui Dio si sarebbe espresso nella
materia/menter/spirito (perché sempre lo fa, perché Dio è sempre!)
sarebbe stato ineluttabilmente diverso in ciascuno di noi per la nostra
storia e per l'elezione del senso del significato che cerchiamo di dare
a questa esperienza irripetibile che è il nostro vivere _ora_.
Cercando di capire cosa sia la vita allora avremo una scintilla di
comprensione di cosa sia il Vivente.
E non lo cercheremo negli scritti che la Valtorta ci dona, perché non
potrebbe darci Dio, come in nessuna opera che passi solo nella materia,
anche se è un dono, molto dipendente da noi per il risultato visto che
sempre lo stesso seme cadde sulla pietra, tra le spine, sulla terra
fertile.
nota3:
Difficilmente chi non sia stato a Medjugorje può relazionarsi con gli
scritti della Valtorta. A me successe di leggere le prime pagine nel
2000, poco prima di partire per accompagnare una persona che aveva
bisogno di assistenza, altrimenti non sono tipo da santuari e -mia
sponte- non sarei mai andato.
Sull'autobus la ragazza che era l'*animatrice* ci desse:
"Voi credete che siete qui solo per vostra volontà, ma in realtà vi è
stato fatto un dono."
Ciao
L